Kibera, una città nella città, un mondo parallelo che gravita attorno a Nairobi: gli slump, i bassifondi della capitale che ospitano oltre 3 milioni di persone.
Una comunità nella comunità, una propria micro-economia interna fatta di scambi, baratti e pochi centesimi di dollaro, povertà eppure tanta vita.
Tour in Kibera: consigli, note e avvertimenti prima di tutto
Sebbene la prudenza e il rispetto del paese che si sta visitando dovrebbe essere la norma, ci sono momenti in cui ragionare bene su cosa si sta facendo, è d’uopo.
Kibera è un labirinto, un dedalo di vicoli, di strade e vicoli ciechi: in questo limbo voi siete estranei.
non avventuratevi da soli in questa escursione
Come già accennato, qualora il vostro hotel non riesca a trovare una guida o un taxi che vi porti, il Museo di Storia Naturale di Nairobi organizza tour giornalieri: la cosa fantastica è che sono tour a piedi!
Potrete entrare così, in modo del tutto sicuro, in un ambiente in cui qualsiasi occidentale è inevitabilmente un estraneo.
Kibera un mondo a parte
Il diario qui riportato è frutto di un’escursione auto-organizzata con un tassista per cui le foto non rendono giustizia: sono state scattate di nascosto dal veicolo sempre in movimento.
Anche in questo caso, evitate di far sfoggio (inutile o involontario) di beni di lusso come macchine fotografiche, smartphone o orologi.
Uno slump è una baraccopoli, non dimenticatelo
In questo monto parallelo troverete dei mercati locali dove non ha senso per un occidentale fermarsi: su tappeti sparsi sulla polvere sono venduti tre limoni, oppure in un altra postazione uno o due frutti. Qualcuno vende una busta di carbone, qualcun altro qualche forma di street food.
Nel percorso di questo diario abbiamo incontrato una scuola: la comunità è molto legata, lo spirito di appartenenza è molto forte, nonostante lo spirito di forte indigenza che si palesa in questo ammasso delirante di abitazioni.
Animali da “pascolo”, come piccole capre o vitelli smagriti ed emaciati, mangiano la plastica e il cartone su pile di rifiuti bruciati per lo smaltimento: in tutto il Kenya non è infatti presente un vero e proprio sistema di smaltimento dei rifiuti anche in città più fiorenti come Mombasa e bruciare montagne di immondizia (plastica compresa) è l’unico modo che viene adoperato per smaltire i rifiuti.
In questo mondo parallelo così lontano dal nostro è più che comune incontrare abitanti vestiti di tutto punto, in tailleur bianchi, o in completi altrettanto bianchi, saltare oltre le strade fangose cercando di raggiungere le vie asfaltate dove mini-autobus locali fanno il giro per potare le persone in città. Questo stile di vita, per noi così inconcepibile, dentro Kibera è la norma: i bambini, onnipresenti, corrono e giocano ovunque, come se quel mondo fosse il loro mondo perfetto.
Un solo augurio vi facciamo: che riusciate a portarvi un ricordo di quest’esperienza.
Per noi è stato
il sorriso dei bambini e la loro spensierata gioia
lezione di vita di ciò che noi occidentali diamo per assodato e invece in Kenya è tutta un’altra storia e in quell’apparente “nulla”, un bambino ha talmente tutto da riuscire a sorridere felice.